Il sindaco Lippi consegna la lettera sulla protezione civile al presidente del consiglio Conte
LA LETTERA

Protezione civile: la lettera al Governo del sindaco Lippi

Gio, 21 Novembre 2019
"Serve una urgente e profonda revisione della legge nazionale"

Cecina, 20 novembre 2019

Caro Presidente Giuseppe Conte, Sono il sindaco di un Comune di poco meno di 30mila abitanti e sono reduce da giornate, settimane, intense a causa delle continue allerte meteo che riguardano il nostro territorio. Cecina si affaccia sul mare (rischio legato al vento e alle mareggiate) ed è attraversata da un fiume, il Cecina appunto, la cui messa in sicurezza ancora non è completa nonostante noi come Amministrazione abbiamo provveduto a tutti gli adempimenti necessari e desta quindi ad ogni piena forte preoccupazione. Nell'ultimo weekend mi sono trovato a dover decidere l'evacuazione di oltre 500 persone residenti in aree a rischio esondazione. Abbiamo tenuto aperto il Centro Operativo Comunale per cinque giorni, eravamo stremati. Ho dipendenti che hanno fatto turni massacranti, dormendo solo poche ore al giorno. Le allerte meteo che emette il Centro Funzionale Regionale sono avvisi spesso generici, con previsioni accompagnate da un codice e uno scenario (previsto appunto) standard. Per ogni allerta arancione per vento per intendersi lo scenario previsto è sempre il medesimo.

A queste comunicazioni non si accompagnano mai indicazioni operative di alcun tipo, ogni decisione volta a tutelare l'incolumità della popolazione è in capo ai sindaci che sono chiamati a fare valutazioni basandosi solo sul buon senso, o sull'esperienza quando ne abbiamo a disposizione. Ma raramente abbiamo gli strumenti e le competenze per fare certe valutazioni, ancor più raramente a causa delle forti restrizioni che hanno gli enti locali, possiamo contare su esperti e professionisti capaci di aiutarci a prendere provvedimenti ponderati. E questo vale quando si parla di un'evacuazione ma anche della "semplice" chiusura delle scuole, uno dei provvedimenti che crea maggiore scompiglio, scontento e confusione nella cittadinanza. Cecina ha scuole primarie, secondarie e superiori, è il secondo polo scolastico della provincia di Livorno, accoglie ogni giorno oltre 4mila studenti molti dei quali pendolari. Quando viene emessa allerta arancione noi le chiudiamo, decisione frutto anche dei suggerimenti ricevuti a suo tempo da un comandante dei vigili del fuoco sicuramente più esperto di me nella gestione delle emergenze.

Dall'inizio dell'anno scolastico Cecina ha chiuso le scuole già cinque volte e l'inverno deve ancora arrivare. Su questo il Miur deve essere chiamato in causa, dando indicazioni in merito, prevedendo ad esempio la possibilità di fare recuperi pomeridiani. Ma quello che mi preoccupa più di ogni altra cosa è la consapevolezza che un Comune come il mio, che è considerato medio non ha gli strumenti, le competenze, le risorse per affrontare le emergenze di protezione civile. E il nostro Paese è fatto di Comuni piccolissimi. È assolutamente necessario un coordinamento sovracomunale, un organismo "superiore" che abbia la forza e le competenze per dare indicazioni operative. Un ruolo che non può essere demandato alle Province, esautorate non dalle competenze ma assolutamente prive dei mezzi e delle risorse necessarie. Senza pensare che troppo spesso i confini amministrativi provinciali non rispettano le caratteristiche idrogeologiche e idrografiche dei territori diventando addirittura un elemento di ostacolo, una limitazione burocratica, rendendo complicato coordinare gli interventi, o anche solo parlare, all'interno del solito bacino di un fiume. Duole ricordare quanto avvenuto nella nostra Livorno due anni fa.

Dopo ripetute allerte con previsioni che non si sono realizzate, sindaco e responsabile della protezione civile sottovalutano l'ennesimo avviso, non mettono in atto le misure previste. Quella notte a Livorno sono morte 9 persone. In assenza del sindaco tutta la macchina dei soccorsi si è messa in moto soprattutto grazie alla grande rete del volontariato senza la quale non saremmo in grado di affrontare nessuna emergenza. Ma è possibile che tutto sia affidato ad una singola persona? Che di fronte ad una valutazione a posteriori sicuramente sbagliata di uno solo possano esserci nove vittime? Chi avrebbe dovuto metterlo in guardia dal rischio legato a quel torrente? L'allerta parlava di cumuli importanti e di rischio esondazione per il reticolo minore. Quello di cui parla ogni allerta arancione. Le decisioni dei sindaci si basano in questi casi sul buon senso. Ma nel momento in cui questo ci trae in inganno noi sindaci andiamo incontro a conseguenze dalla portata gigantesca, sia sul piano morale che su quello penale dato che nostra e solo nostra è la responsabilità. Questo non è un mero sfogo dovuto alla stanchezza di questi giorni di emergenza, ma una cosciente e ponderata richiesta di aiuto affinché il Governo si faccia carico di una profonda revisione della legge nazionale sulla protezione civile.

In questa assemblea nazionale, e non è una novità, non si è posta l'attenzione dovuta al tema della protezione civile. Mi sarei aspettato una maggiore fase di ascolto anche da parte dei miei colleghi sindaci. Ed è per questo che anche oggi ho indossato l'abbigliamento dei giorni di emergenza, un segnale simbolico, un modo per ricordare che la gestione della sicurezza è dei temi di protezione civile non possono essere all'ordine del giorno solo quando è in atto un'emergenza. Questa deve essere la nostra priorità. Certo dell'attenzione che vorrà concedermi data l'importanza della tematica per cui sto chiedendo una riflessione e che sono sicuro rappresenta l'esigenza di tutti coloro che ricoprono il mio ruolo, Le porgo i miei più sentiti saluti Samuele Lippi Sindaco di Cecina